mercoledì 1 maggio 2024

SUL SAGGIO DI GIOVANNI ARRIGHI E BEVERLY J. SILVER 'CAOS E GOVERNO DEL MONDO', BIFO, La tendenza e il residuo: a partire da Arrighi, Lin Biao, Gosh, Keller Easterling, Liu Cixin, Panzieri e Anders, EFFIMERA, 5.04.2024

 In vista dell’incontro di presentazione della nuova edizione del libro di Giovanni Arrighi e Beverly J. Silver, Caos e governo del mondo (Mimesis, Milano, 2024), che si svolgerà sabato 6 aprile a Milano (Libreria Aleph, h. 15.00), pubblichiamo un intervento di Franco Berardi “Bifo”.



“A partire dagli anni Sessanta Arrighi si era impegnato (nel confronto con Amin, Franck, Wallerstein) nella costruzione di un modello interpretativo che tenesse insieme la questione del dominio spaziale e quella del dominio di classe…” (pagina 12)

Con queste parole, nella sua introduzione al libro Adam Smith a Pechino, Salvo Torre delinea il senso generale dell’azione teorica condotta da Giovanni Arrighi.

POLITOLOGIA SOCIOLOGIA. LA CRESCITA DELLA NEOPLEBE. PERULLI P., Democrazia, élites, neoplebe, DOPPIOZERO, 30.04.2024

 L’uomo democratico, una figura che Alexis de Tocqueville per primo ha analizzato nel suo Viaggio in America Stati Uniti e Canada 1831-32 (a c. di U. Coldagelli, Humboldt Books 2022) guardando stupito la nascente democrazia degli individui e degli interessi, è un’aggregazione di individui indipendenti, insofferenti d’ogni influenza, ma isolati e deboli per il dissolvimento dei vincoli gerarchici. Questa “figura” si è oggi pienamente affermata. E la società di massa oggi oscilla tra le istituzioni rappresentative democratiche e il potere di uno solo, autocrate alla sommità di piramidi sociali. 

La democrazia è oggi minata da più fattori: disordine internazionale e affermazione di regimi autocratici, aumento delle diseguaglianze sociali e territoriali, crisi ingestibili come quella climatica, fattori tecnologici che modificano in profondità l’intelligenza delle democrazie. Alla base di molti di questi fattori vi è un unico aspetto, che vorrei qui trattare: la crescita della “neoplebe” sia nelle società avanzate che in quelle in via di sviluppo.

POLITICHE DELLA SCUOLA. GLI ISTITUTI PROFESSIONALI IN ITALIA. ARENA M., La lotta di classe è in classe, la frontiera dei professionali, DOMANI, 28.04.2024

l potere ha bisogno di disparità. Così se la costruisce fin da subito. Anche a scuola. La classe è uno dei primi posti dove, da bambini e adolescenti, percepiamo di non averne. O forse sarebbe meglio dire che lo sentiamo. Lo sente il nostro corpo. La nostra mente. È una specie di peso che crea stress e ansia, o come direbbe Robert Merton, una tensione.



FESTA DEL LAVORO 2024. LA PORTA F., Perché il 1° maggio è la festa del lavoro, L'UNITA', 30.04.2024

 Nell’Ideologia Tedesca e nei Grundrisse Marx predicava la lotta per liberarsi dal lavoro. Ma il lavoro serve. Alla collettività e all’individuo. Primo Levi aveva una idea diversa.


Intervengono: un'operaia della ex-FIAT di Torino 
(sulle macchine, sugli investimenti che non ci sono, 
sulle delocalizzazioni; sui profitti per gli azionisti)
R. Vecchioni; S. Massini;


M. Cacciari: la situazione della ex-Fiat e l'assenza, 
da decenni, di politiche industriali; la rivoluzione tecnologica
e la questione del reddito di cittadinanza

INTERVENTI  SUL LAVORO NEL PROGRAMMA TV
 'IN ALTRE PAROLE' DEL 27.04.2024


In occasione del Primo Maggio di ogni anno, confesso, provo qualche imbarazzo nel festeggiare il “lavoro”. So bene che si festeggiano – dal 1889 – le lotte e i diritti dei lavoratori in tutto il mondo, ricordando tra l’altro una strage di operai a Chicago e la conquista della giornata lavorativa di otto ore. Tuttavia mi resta qualche perplessità. Anche il primo articolo della Costituzione fu, come è noto, un compromesso un po’ pasticciato tra comunisti (che avrebbero voluto “repubblica fondata sui lavoratori”) e democristiani.

TEORIE POLITICHE FILOSOFIA DELLA POLITICA MARXISMO IN ITALIA. PROSPERO M., Chi era e cosa ha fatto Mario Tronti, cercò di salvare Marx dal naufragio del Novecento, L'UNITA', 9 agosto 2023

 Gran parte delle opere di Mario Tronti è raccolta nel volume Il demone della politica, uscito per il Mulino nel 2018. È evidente che un lavoro di ricerca che si prolunga per quasi 65 anni sollecita tra gli interpreti domande circa la sua continuità tematica. Non manca chi rimarca la presenza di due Tronti diversi. Il primo, un pensatore che è appena sopra i 30 anni, lo rivela come il più penetrante filosofo dell’operaismo. Il secondo lo fa emergere, negli anni Settanta, come il teorico che ricostruendo la genealogia del potere approda all’“autonomia del politico”. Più che di due profili distinti, che si alternano nel tempo assumendo dei fondamenti analitici tra loro antitetici (la classe e il partito, l’insubordinazione di fabbrica e la tattica nei luoghi dello Stato), sarebbe meglio parlare di due angolazioni, con rilevanti ricadute anche linguistiche, di un pensiero che, inoltrandosi in nuovi terreni, nelle sue basi sostanziali conserva la stessa bussola. Mutano quindi gli accenti e le tonalità espressive, rimane uguale l’attenzione per la costruzione del soggetto che, grondante di volontà d’agire contro la pervasiva rete degli assetti costituiti, sfida il tempo del dominio con il pensiero e l’organizzazione.